domenica 26 aprile 2015

Io, una Bic &... un foglio bianco!

Sarà l'avvicinarsi dei 'Trenta' (un po' temuti, quanto attesi!). 
Sarà che... il mio cassetto riservato ai Sogni, non è meno pieno... di quello adoperato per custodire la biancheria!
Sarà che... 'Perché no?!?'. 
Non sempre riesco a dirmelo, ma... quando un 'Perché no?!?' riesce a farsi strada in mezzo ad altri pensieri e riesce - spavaldo - a ignorare incertezze, dubbi e perplessità... Ecco! Quello, è uno dei momenti che preferisco. E' questione di un attimo, ma... è tutto quel che basta, perché ogni piano riesca a essere stravolto e - all'improvviso - mi ritrovi ad avere a che fare con un'unica intenzione: Provare!
Ora che ci penso, pur a distanza di circa diciotto anni (ne ho le prove e sarò  felicissima di dedicare presto un Post solo a 'loro'), è stato un 'Perché no?!?' a farmi credere di poter scrivere una storia.
Sempre un 'Perché no?!?', poi, è stato il responsabile della mia prima passione manuale... per dei lavori fatti con le perline, che - pur per nulla decenti, agli inizi - con il passare del tempo mi hanno convinto a non demordere e ad andare alla ricerca di tutto quello che poteva essere: tecniche nuove e materiali diversi. Fino ad arrivare a oggi, dove (tempo, impegni e altre passioni permettendo) con estro e creatività (EstroCreativo :-D) mi diverto a 'dare vita' ad accessori immaginati, per poi provare una grandissima soddisfazione nel vederli indosso a parenti, amiche e non solo. Sì! Proprio... una bella sensazione. ;-)
Allora, al bando le divagazioni, perché no?!?... dare retta a un altro 'Perché no?!?'.
Lo so... forse, specie leggendolo, le parole risultano un giro senza senso. Ma... 
E' tutto quello che è servito, per allontanarmi dal torpore di un sabato pomeriggio (tranquillissimo) di festa e per spingermi a... prendere una penna  in mano e confrontarmi con un foglio bianco!
Sai, che novità... direte voi. :-D
Penso di non aver fatto mistero di quanto, pur con la comodità di un computer in casa, continui a piacermi il contatto diretto con la carta e quella sensazione speciale di avere una penna in mano, con l'immensa soddisfazione che deriva poi dal vedere un piccolo callo, poco sotto l'unghia del dito medio della mano destra, che dai tempi delle scuole (dove per un lungo periodo ho anche conservato la 'mania' di scrivere un diario) non se ne è più voluto andare. Lo so. Può apparire strano. ;-)
Come so che mi sto dilungando con le parole, allontanando il momento in cui sarà necessario: venire al dunque!
Perciò...
Dunque!
Lascio perdere ogni tentazione di proseguire, interrompendo il 'flusso di pensieri' con un'immagine.
Secca. Decisa. Cosa ve ne pare?



Per tutte le volte in cui mi sono ritrovata a stringere una penna in mano, con l'intenzione di provare a dare vita a una storia, penso di poter dire (senza sbagliarmi di molto!) di averne vissute altrettante, insieme a una profonda ammirazione per chi - con una penna in mano - riesce a dar vita a dei 'capolavori d'immagine'.
Ora... lungi da me la tentazione di definire capolavoro questo primissimo approccio, non posso negare di sentirmi soddisfatta. :-D Ho proprio qui accanto a me il manuale di disegno che mi ha convinta a provare (Per chi fosse curioso o interessato: Imparare a Disegnare - Corso completo di disegno con il metodo VE.RA.DI, Vedere, Ragionare, Disegnare - di Giovanni Spinicchia e Simone Casu)  e... pur non essendo ancora arrivata alla fine di questo mio primo 'studio', sono felicissima che delle pagine siano riuscite a convincermi ad abbandonare il timore di sbagliare e a provare.
Credo sia stato un concetto in particolare, a farmi pensare di potercela fare. 
Disegnare non è poi così diverso da 'altre cose'. (riporto senza citare alla perfezione). Non si può essere subito perfetti, ma... con impegno e dedizione, si può sperare di farcela.
Poi... un concetto legato alla musica (lo so, sembra strano). Altro elemento che, in diversi modi, ha fatto parte di questi miei trenta anni passati.
Pare che il disegnatore abbia bisogno di 'soli' 7 segni fondamentali, per tradurre in disegno qualunque cosa sia presente nella realtà. Esattamente come il musicista, che fa affidamento alle sette note e alla capacità di leggere le stesse sullo spartito. Solo il tempo e l'esercizio costante permettono al musicista di passare dal leggere 'composizioni semplici', al riuscire a tradurre in musica distese di note ben più complesse. Il disegnatore dovrà fare altrettanto. Partire da tratti semplici, per poi arrivare a disegni di complessità ben maggiore.
Ho accantonato il manuale e m'è servito giusto un attimo per la scelta del mio 'primo soggetto'.
Avrei voluto provare a modellarne una con la Pasta di Mais (altro ritorno creativo di questo periodo). Allora... perché non provarci con una Bic?!? 
Ho stampato una foto e, in compagnia di un bel film, mi sono decisa a provare. :-D
Finita la rosa, ho avuto dei problemi con la realizzazione delle foglie. 
Il risultato impreciso (diciamo pure... errato!), mi ha convinto a 'camuffare con fantasia'.
Non mi dispiace... 


Non ho pensato fosse opportuno cestinare tutto. Ho messo la data sul bordo del foglio e mi sono detta: i prossimi andranno meglio. :-D
Mi sento già in alto mare per quel che riguarda (riguarderà) la colorazione (adoro i pastelli, ma... sarà un durissimo scoglio da superare). Allora... per il momento, preferisco non pensarci. Visto che il bianco&nero ha un grandissimo fascino, perché non approfittarne!

Come sempre... parto per scrivere due righe e mi ritrovo con un Post lunghissimo. Confido nella vostra infinita pazienza di ipotetici lettori.
Vi saluto, augurandovi buona domenica.
Alla Prossima! ;-)

domenica 19 aprile 2015

L'incanto di un Artista di Strada!

Ammirarne la bravura in tv. In quei programmi a caccia di talenti che, forse (forse!), non saranno in grado di dar loro il giusto rilievo. Ognuno, unico nel suo essere. Artisti di Strada. ;-)
Un pensiero fugace. Con gli occhi ancora rivolti allo schermo, mentre è l'attimo della pubblicità. La speranza di 'poterne incontrare uno così', un giorno. Un desiderio improbabile, forse. O, forse no. All'improvviso, è possibile. In fondo, perché - in un gioco di parole - ogni Strada sa portare a un Artista. Quelle di Gubbio, in particolare, sanno essere magiche; quando vogliono. La città tutta, sa esserlo. Piazza Grande, poi... è l'emblema massimo della Magia. Io... il mio 'bell'incontro' sono riuscita ad averlo. :-) Mi sono ritrovata ancora una volta a bocca aperta. Stavolta... non davanti alla cornice di un televisore. ;-) Stupendo!




lunedì 6 aprile 2015

Dodici palloncini rossi

Tolse gli occhiali da sole, un attimo prima di entrare in negozio.
Aveva con sé il portafogli, il cellulare e un libro.
Non era abituato a cose del genere. Sentì il dubbio di voler fare marcia indietro.
«Buongiorno! Posso esserle utile?». Il sorriso spontaneo della ragazza dietro il bancone lo convinse a farsi coraggio.
«Buongiorno a lei! Preferirei dare un’occhiata prima, se non le dispiace». Si avviò verso lo scaffale, dritto davanti a sé. Cercò di perdersi tra ninnoli vari per le feste e pacchi interi, di stoviglie di plastica in ogni forma e colore.
Gli era bastato alzare gli occhi al soffitto, per capire di essere nel posto giusto. Fiori di palloncini erano appesi ovunque.
Si fermò un attimo, a guardare la parete riservata alle candeline. Non era lì per un compleanno.
Avvicinandosi lentamente al bancone, sorrise di nuovo. Chissà perché, quel secondo sorriso fu più stentato.
«Potrei… potrei avere un mazzo di palloncini rossi?». Chiese indicando i pacchetti colorati alle spalle della ragazza.
«Che non siano palloncini troppo grandi… vorrei somigliassero a un mazzo di rose».
La ragazza dietro il bancone sorrise di nuovo. Aveva dei bellissimi occhi azzurri, che si accesero di curiosità.
«Sono un regalo per la sua ragazza?».
Non avrebbe dovuto chiederlo. La discrezione era la prima buona regola del venditore.
Già alle prese con la scelta dei palloncini giusti, si affrettò a scusarsi: «Mi dispiace. Non volevo essere invadente».
Le era rimasta viva dentro la curiosità di sapere per chi fosse quel mazzo di palloncini rossi, ma fece finta di niente.
Gonfiati i primi quattro, si rese conto di aver bisogno di un’altra informazione.
«Quanti?». Aveva cominciato a contare gli stecchi, che sarebbero serviti per tenerli fermi tra le mani.
«Qual è il numero giusto, per chiedere a una ragazza di uscire con te?». Conosceva la mania che c’era, per le rose, di regalarle a dozzine o a mezze di esse. Chissà se… per i palloncini valeva altrettanto?
Stava torturando uno spigolo del libro con le dita, quando la voce della ragazza si decise a tranquillizzarlo: «Direi che dodici possano andare bene. Sarebbe proprio un bel mazzo!». L’ennesimo sorriso. «Fosse un regalo per me, ne sarei entusiasta!». Risero entrambi.
«Potrebbe reggere un attimo qui, per favore?». Gonfiato anche l’ultimo palloncino, serviva di trovare qualcosa per riuscire a tenerli insieme.
«Che ne pensa di un grande fiocco di raso verde?». Non era pratico di certe cose. Si limitò ad annuire.
«Posso aggiungere delle farfalle finte?». Annuì di nuovo. Si ricordò del libro che aveva con sé.


«C’è il modo di aggiungere questo? E… vorrei scrivere un biglietto, se ha una penna da prestarmi».
I cartoncini, insieme con le buste colorate, erano sistemati vicino alla cassa. Ne prese uno di un verde più leggero, rispetto al nastro di raso che la ragazza aveva scelto per il fiocco.
Trovata una penna vicino la calcolatrice, pensò un attimo a cosa scrivere.
Non era bravo con le parole. Mai stato.
Passati inutilmente cinque minuti, decise di lasciarsi ispirare da una frase del libro. L’uomo dei palloncini volanti lo avrebbe aiutato.

Vorrei essere per Te, un Principe Azzurro!

Si ritrovò a sorridere. Chi l’avrebbe detto.


Lui. Proprio lui, che era sempre stato dell’idea di non credere in certe cose.

Era bastato uno sguardo. Un sorriso. Poco di più. Per ritrovarsi ad avere a che fare, con il suo sogno più grande!

giovedì 2 aprile 2015

Lacrime di cipresso


Dopo il lavoro. Un tranquillo pomeriggio infrasettimanale. Poter trascorre qualche momento all'aria aperta. Il sole addosso. Non troppo caldo, eppure piacevole. Il verde fresco tutt'intorno. La macchina fotografica appesa al collo. Gli occhi sorridono, ovunque si poggino. Mi dico di non esagerare. Me lo ripeto ogni volta, ma sembra non voler funzionare. Anche un 'soggetto' già immortalato, va fotografato di nuovo. Perché, non si sa mai. Poi... all'improvviso... durante una divagazione non programmata... E' incanto puro, nello scorgere qualcosa di nuovo. 




In apparenza insignificante. Bellissimo, in realtà, in tutto il suo minuscolo, straordinario, elegante, fuggevole esistere. :-D