martedì 14 gennaio 2014

Una storia a puntate. #2


Erano le dieci e tre quarti, quando con gli occhi riuscì ad arrivare alle lancette dell’orologio della piazza.
Giordano la stava aspettando. Inconfondibile, con il suo giubbotto bianco e con la sciarpa rossa intorno al collo. La stessa che Alice gli aveva visto indosso altre volte.
Stringeva in mano un mazzo di piccole margherite bianche e, per quanto cercasse di non darlo a vedere, non la smetteva di agitarsi con le gambe. «Se non sbaglio, è il tuo fiore preferito. Solo… per dirti grazie». Quando Giordano glielo porse, lì per lì Alice ebbe il sospetto di essere arrossita.
Non che non le capitasse mai, di sentire le guance improvvisamente in fiamme. Non di rado le era capitato di arrossire anche davanti a un bel film. Ma, erano invece rarissime le volte in cui qualcuno riusciva a stupirla tanto.
In mezzo a decine di altre persone e cercando di evitare le bancarelle più affollate del mercato di quell’ultimo martedì dell’anno, rimanendo in silenzio si avviarono entrambi verso il bar all’angolo della piazza. Un locale che c’era da anni e che, da anni, non aveva smesso di essere una sorta di istituzione. Se ti trovavi a passare per la piazza e non avevi ancora fatto colazione, non esisteva di andare a cercare altrove una tazzina di caffè o altro.
Quando varcarono la spessa porta di vetro, nonostante il caos davanti il bancone il barista riuscì ad accoglierli con un cenno del capo. Qualche attimo d’attesa, per prendere cornetti e cappuccini. Poi, entrambi si accomodarono su uno dei tavoli in fondo.
«Allora… nemmeno se provo ad insistere, mi dirai chi è la fortunata che vuoi provare a conquistare?». Stavolta, fu Giordano ad arrossire. Alice si stupì di vederlo tanto  in difficoltà, ma evitò di farglielo notare.
«Preferirei non dilungarmi troppo con i dettagli, se per te non è un problema. Vorrei solo essere sicuro di riuscire a mettere un po’ d’ordine tra le idee che mi sono venute… prima di questa sera».
«Questa sera?». L’espressione di Alice si velò di un dubbio che avrebbe preferito non avere. Ma… non ricordava di aver capito prima, che il tutto dovesse svolgersi proprio quel giorno. A poche, pochissime ore dall’anno nuovo. «Sei… sicuro di non voler rimandare a dopo le feste? Se ci rifletti… avrai più tempo per prepararti». Provò a dissuaderlo in quel modo, ma… le bastò non ricevere risposta, per decidersi ad incalzare: «Non vorrei rovinarti i piani, ma… non penso che stasera sia una buona idea. Insomma… parliamo del Capodanno… quale ragazza pensi che non abbia già organizzato qualcosa? Mi sa tanto che in questo modo andrai incontro ad una delusione».
Giordano continuava a tacere e Alice stava cominciando seriamente a faticare, nel tentativo di riuscire a convincerlo a rimandare. «Insomma… se mi hai chiesto una mano è perché speri che sia tutto perfetto, no? Stai cercando un modo speciale per chiedere a questa Lei di uscire insieme a te… non potresti conservare tutta la bellezza della cosa, per un momento in cui tu sia sicuro che non abbia già altri impegni?».
«Sono sicuro che, se vorrà uscire insieme a me, per i soliti impegni dell’ultimo dell’anno non ci saranno problemi». Giordano era già a metà del suo cornetto, mentre Alice non aveva dato ancora nemmeno un morso.
«Lo so che continui a pensare che tutta questa situazione sia a dir poco folle, ma… fidati. Mi serve solo che tu mi aiuti ad aggiustare i dettagli… per tutto il resto, ho già pensato a come fare». Non rimaneva che incominciare con i preparativi il prima possibile, allora.
In due si concentrarono sulla colazione, per finirla il prima possibile. Poi, con la fretta arrivata a tener loro compagnia, tornarono di nuovo all’aperto.

Nonostante fosse l’ultimo giorno di dicembre, l’aria sul viso era pungente solo a tratti.
Alice si avvolse meglio nel cappotto. «Allora… da dove è che si comincia?».
Giordano si bloccò di nuovo.
Stavolta fu solo per poco, pochissimo tempo. Ma, Alice non poté fare a meno di notare che sembrava non gli importasse di tutta la gente intorno a sé; che invece pareva non averne mai abbastanza di quelle corse frenetiche agli ultimi acquisti dell’anno. E sembrava non sentire nemmeno il rumore di mille e più parole; che invece era un inevitabile brusio di sottofondo ai pensieri.
«Certo è che… se per ogni dettaglio il tuo cervello va in tilt, non basterà nemmeno una settimana per organizzare tutto!». Alice gli toccò il braccio con una mano.
«Definire il menù per la cena, prima di ogni altra cosa!». Nonostante il tono deciso, l’espressione sul viso di Giordano era rilassata. Per la prima volta, dalle dieci e tre quarti, le labbra si incresparono in un sorriso disinvolto.
Alice lo lasciò passare avanti a sé e si limitò a seguirlo fino alla macchina.

Non fosse stato per il fatto di doverci andare comunque, il supermercato sarebbe stato l’ultimo posto al mondo in cui avrebbe voluto trovarsi la mattina dell’ultimo giorno dell’anno.

lunedì 6 gennaio 2014

Facebook e... un'amicizia inaspettata!

Sesto giorno dell’anno, con l’Epifania che – ormai per detto – tutte le feste porta via.
C’è sempre un che di malinconico, nel fatto che le feste siano finite. Ma…
Questa malinconia diventa più sopportabile, se l’anno nuovo ha già portato con sé tante belle novità.
Per quel che mi riguarda, pur con la consapevolezza che le cose potrebbero volgere in peggio da un momento all’altro, sono felicissima di ciò che sta accadendo in questi giorni. I progetti vari (sia per quel che riguarda la scrittura, che in ambito creativo) procedono per il verso giusto e dopo i vari momenti di sconforto, misti ad una tentata rassegnazione, le cose sembrano essere tornate sul giusto binario. Mentre, sul piano personale… Beh! Sono sempre stata convinta del fatto che il mondo – a dispetto di come troppo spesso (per i miei gusti, perlomeno!) lo dipingono in tv – sia ricco di belle persone. E mi riempie di gioia accorgermi di quante belle persone, prima sconosciute, si siano già incrociate con la mia strada.
Tra queste… v’è indubbiamente una felicità particolare, nel includerci uno scrittore che (sin dalle prime righe e tenendomi incollata alle sue 263 pagine, come se continuare a leggere fosse tutto ciò che mi serviva per continuare a respirare)… adoro!
Vi ricordate questo Post qui? Risale a maggio dell’anno scorso e per qualche strano e bellissimo caso è finito proprio sotto agli occhi dell’autore del libro… Diego Galdino! :-D
L’ho scoperto appena ieri sera, mentre su Facebook mi sono messa alla ricerca di un messaggio, che una collega sosteneva di avermi inviato, ma che io sapevo – invece – di non aver ricevuto. Spulciando tra le cartelle dei messaggi, c’è mancato poco che non svenissi, quando ho letto di averne uno… speciale!
Ho dovuto leggere il nome del mittente per tre volte, prima di convincermi di non stare sbagliando.
Come seconda ipotesi, allora, m’è balzata alla mente quella di un caso di omonimia. Sì… perché no! In fondo, pure nella piccola Gubbio di Elisa Vagnarelli non esisto solo io e so per certo che in giro per l’Italia ce ne siano altre. Certo era che… perché mai uno sconosciuto, omonimo di un autore di libri, avrebbe dovuto scrivere a me? Ho aperto il messaggio.
No! Non posso crederci… come ha fatto Diego Galdino a scovare il mio Post? Mi scrive, felice di aver letto della mia sbadataggine sul fatto di aver scelto per ben due volte il suo libro (speciale!) per l’acquisto e… No! Dimmi...che non è vero!
Mi soffermo con gli occhi sulla data d’invio e – con mio enorme orrore – mi accorgo che il messaggio risale a maggio. Ecco… non bastava aver già fatto la figura della smemorata.
Rimango per un po’ indecisa sul se rispondere o meno. Potrebbe starci benissimo che ricevere una risposta, a così tanti mesi di distanza, non sia poi cosa così gradita, come lo sarebbe stata subito.
Certo è anche che… non me la sento di non rispondere
Ho concluso il Post dedicato al suo libro dicendo che l’avrei letto… 


Devo assolutamente fargli sapere che: non solo l’ho letto… l’ho divorato, ho amato tutto della storia tra Massimo (un barista romano timido, a tratti impacciato, ma dotato di uno straordinario e per nulla stucchevole romanticismo) e Geneviève (misteriosa ragazza francese, dal cuore inizialmente impenetrabile). E che… appena finito di leggere il libro, mi sono subito immaginata a Roma... Alla ricerca dell’autore (che, come è ben noto, gestisce un bar), con la speranza nel cuore di poterlo incontrare per un autografo e per… una chiacchierata. Sì! devo assolutamente scrivergli e, se anche giudicherà male il fatto che siano passati tanti mesi, vada come vada.
Butto giù in fretta la mia risposta, con l’ansia di inviare che raramente mi capita di avere. Quando mi accorgo che il messaggio è stato visualizzato, mi scopro a trattenere il fiato. Accetterà anche la richiesta di amicizia?
Un altro attimo appena, poi una notifica mi informa che… Sì! Diego Galdino ha accettato la tua richiesta di amicizia. Meraviglioso! Sono ansiosa di sapere se mi dirà qualcosa e se, in qualche modo, si possa non tenere in considerazione il fatto che la mia sbadataggine (ormai cronica!) mi abbia portato per l’ennesima volta a fare una figuraccia.
Quando ricevo la sua risposta, mi fa piacere leggere tanto entusiasmo. Mi sento sollevata e… felicissima! :-D Nel frattempo, avevo già curiosato tra gli aggiornamenti della sua pagina e… indovinate un po’? 


Ecco qui la copertina di una delle prossime novità in libreria! 
Dopo Il primo caffè del mattino, mi sa tanto che questo lo ordinerò ancora prima che sia uscito ;-)
E’ stupendo sapere che a breve ci sarà una nuova storia in cui immergersi e… già che ci sono, dopo infiniti complimenti per il successo del libro (ormai notissimo in tutto il mondo! Evviva!!!), venendo alla questione del mio sogno di una breve vacanza a Roma, azzardo un: "Già che ci sono… aspetto che esca ‘Mi arrivi come da un sogno’, lo leggo… poi cerco di realizzare il mio desiderio con entrambi i libri insieme a me".

Io parlo di autografo, ma Diego mi corregge… 'quelli li lascio ai Vip! Sarò comunque felicissimo di scriverti una dedica e, se vorrai, di scambiare quattro chiacchiere davanti ad un buon caffè preparato da me!'.
Sarà di sicuro uno di quei caffè che ricorderò per sempre :-D 
Or dunque, come anche ho scritto nello scorso Post dedicato a questo meraviglioso mondo di pagine… 
vi farò sapere più avanti. L’entusiasmo è a 1000!!!

sabato 4 gennaio 2014

Macro e pensieri


Perché si dovrebbe sentire, ragionare e vivere... guardando il mondo 
con la lente d’ingrandimento.   

mercoledì 1 gennaio 2014

Una storia a puntate. #1

«Se prometto di portarti fuori a cena una sera delle prossime, me lo faresti un favore?».
Con il cellulare ancora a mezz’aria tra l’orecchio e la spalla, Alice non aveva fatto in tempo a dire ‘pronto’.
La sveglia sul comodino era suonata già da un po’. L’aveva spenta con il gesto meccanico della mano, si era rigirata sotto alle coperte e si era rimessa a dormire.
Non avrebbe saputo dire che ore erano. Ma, sapeva con certezza che nessuno la stava chiamando perché in ritardo per il lavoro.
«Si può sapere di cosa parli? È tanto urgente, da non poter aspettare l’anno nuovo?». Conosceva Giordano da un po’ di tempo, ormai. E sapeva bene che non era il tipo da smuoversi facilmente per qualcosa. A volerla dire cruda, si contavano praticamente sulle dita di una mano le cose in grado di entusiasmarlo.
«Lo so. Lo so…lo so, lo so. Immagino che tu abbia ancora mille cose da fare, per i festeggiamenti di questa sera. Ma, ti assicuro di non poter aspettare oltre».
Il menù per il cenone in famiglia era stato pianificato, ma era ancora tutto da preparare. Di giri per i negozi ne mancavano ancora due o tre prima di sera. E doveva affrontare l’armadio, nella speranza di riuscire a scegliere in poco tempo che cosa indossare per accogliere degnamente quel 2014 che era alle porte.
«In effetti… sei proprio sicuro di non poter rimandare?». Alice provò a tirarsi indietro di nuovo, senza nemmeno cercare di indovinare di che cosa potesse trattarsi. Ma, Giordano doveva averle telefonato con la ferma convinzione di non ricevere un ‘no’ come risposta.
«Assolutamente». Rispose secco. Poi, con le parole un po’ più tremanti, Alice lo sentì aggiungere: « È per via di una ragazza». Sarebbe stata pronta a scommettere che fosse arrossito.
Non avevano mai parlato molto insieme. Ma, nemmeno tanto poco. Eppure, quella era la prima volta che Giordano le parlava di una ragazza. Doveva trattarsi di una Lei davvero importante, per indurlo a fare quella telefonata la mattina del 31 dicembre e per portarlo praticamente ad implorare il suo aiuto.
«Cosa c’entrerei io?». Alessia lo domandò, cercando di trattenere uno sbadiglio. Ma, quando ottenne la risposta le parve praticamente inutile averlo chiesto.
«Tu sei l’unica che può riuscire ad aiutarmi a convincerla, che sono il tipo che fa per lei».
Non era la prima volta che qualcuno sceglieva di farle recitare la parte di Cupido. Alle medie aveva perso il conto di quanti bigliettini, con su scritte parole sue dalla grafia di altri, erano girati sotto i banchi per San Valentino. E alle superiori non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea di tenere a mente il numero degli sms che aveva ideato, lasciando che i compagni o le compagne li spacciassero per il frutto dei loro sentimenti.
Doveva avere addosso un nonsoché invisibile ai suoi occhi, ma capace di renderla l’aiutante perfetta agli occhi degli altri.
C’era anche da dire che, quando si trattava di questioni di cuore, non riusciva proprio a tirarsi indietro. Cercava di scovare ovunque un pizzico di passione, adorava l’idea di essere una piccola aiutante del Destino e  adorava… adorava fino a impazzire i lieto fine. Questo, però, non lo disse a Giordano.
Cercando di chiudere alla svelta quella telefonata e lasciando sottintendere che l’avrebbe aiutato, chiese solamente: «Hai già in mente come fare?».
Neanche a dirlo, Giordano rispose di no. Si vergognava anche un po’ a doverlo ammettere. Ma, ritrovarsi a chiedere il suo aiuto per telefono, mentre era ancora chiuso in bagno e con lo specchio davanti a sé in parte ancora offuscato dai vapori della doccia, era tutto ciò che era riuscito a fare.
«Quando la vedo comincio a sudare, come fossi nudo in pieno deserto. Anche parlarle non è uno scherzo. E non fosse per il fatto che non ci capita spesso di ritrovarci occhi negli occhi a conversare, non sarei ancora vivo. È grazie a lei che ho scoperto il rischio di diventare balbuziente. Ed è sempre grazie a lei che la mia pelle può essere pallida d’inverno, abbronzata d’estate e rossa come un carbone acceso tutte le volte che mi emoziono anche solo pensandola».
Gli pareva di non dover aggiungere altro, ma rimase comunque in cerca di altre parole.
Alcuni istanti di silenzio, poi con Alice si salutarono.
«Tra mezz’ora sotto all’orologio può andar bene? Mi accontenterò che tu mi offra una colazione, per il momento». Alice era sicura che fosse il momento migliore per entrambi, ma Giordano controbatté subito: «Facciamo sia colazione, che pranzo? Così saldo subito il mio debito e non se ne parla più. E se avrai delle commissioni da sbrigare… sarò felice di accompagnarti».
Poteva andare. Alessia appoggiò di nuovo il cellulare sul comodino e si alzò in fretta per vestirsi.