martedì 29 gennaio 2013

Scritte sui muri...

Sì! Credo proprio che questo sarà l'ultimo Post del mese. Che dire... sono stati giorni davvero intensi, questi primi 29 dell'anno. Idee, progetti... alcune/i realizzati, altri ancora work in progress... Allora, eccomi a lanciare un'altra novità per Il Rumore dei Tasti...
Scritte sui muri!


Riconoscete le parole? La scritta sopra il muro c'è da un po' e da subito mi ha incuriosito... chissà, chi l'ha messa lì? chissà, perché? Chissà... per chi?... ci sono passata davanti con la macchina una, due, tre... dieci, cento volte... alla fine, non ho resistito e la scorsa estate ho scattato la fotografia. L'immagine è rimasta salvata nel computer, in un angolino insieme ad altre, per tutto questo tempo. Sto aspettando le parole giuste per un racconto, ma... intanto, vi lascio alla meraviglia della canzone (una delle mie preferite, lo ammetto!)... e lascio ai prossimi Post la scoperta di ciò che, intorno, è fonte di ispirazione.
Abbracci, a presto! ;-)




domenica 27 gennaio 2013

...con le stelle ho scritto il tuo nome!


Cerco di non essere in ritardo sul orario, ma uscendo – quando praticamente sono già con una mano sopra alla maniglia del portone di casa – non posso fare a meno di concedermi un nuovo dietrofront per correre per l’ennesima volta in bagno e per essere sicura che sia tutto a posto. Non so se avrò modo di incrociarti, ma quello che non vorrei mai è che tu mi vedessi con il rossetto sbaffato sulle labbra, con righe di rimmel vicino agli occhi, perché accidenti a me sono un disastro in certe cose e ogni volta che provo a truccarmi finisce sempre che devo fare mille ritocchi, o con il nero della matita impiastricciato chissà dove, perché le tipe in Tv hanno un trucco perfetto anche dopo ore e ore dall’applicazione, io riesco ad assomigliare a una maschera di carnevale dopo appena dieci minuti, se non sto più che attenta.
Ok. L’immagine che mi rimanda lo specchio è accettabile, il profumo che indosso si sentirebbe anche fossi in un altro pianeta e le scarpe, anche se non da ginnastica, sono sufficientemente comode da farmi credere che posso farcela. Temo di morire per il freddo, ma quella è un’altra storia.
Finalmente in macchina, ho cinque minuti a suon d’orologio per arrivare al parcheggio dove mi stanno aspettando le amiche. Rispettare i limiti e non arrivare in ritardo è un impresa praticamente impossibile, ma… provo lo stesso a non premere troppo sul acceleratore.
“Eccoti! Stavamo per attaccarci al telefono con il dubbio di non aver capito bene posto e ora”. Riesco a malapena a sorridere. Sono tesa e non so per quanto tempo ancora riuscirò a far finta che vada tutto alla grande.
“Allora? Che si fa?”. Provo a buttare là la domanda, come ogni volta. Ma, come ogni volta mi ritrovo a dover fare i conti con la solita risposta. “Il solito pub, no?!?”. Eh… come, no! Non che non ami la ‘vita da pub’, ma… tanto per cominciare… c’è pub e pub e, secondo poi, qualche volta non farebbe male cambiare. Insomma… avere delle abitudini va bene, ma… si potrebbe anche prendere l’abitudine di dare un po’ di giro alle abitudini, no?!?
Mi aggrego, rimanendo in silenzio. Continuo a lottare con un fastidioso senso di ansia che, in sincerità, avrei sperato non arrivasse a ricordarmi che: spero di incrociarti da qualche parte.
“Allora Fra, come è andata la tua settimana?”. Michela è bellissima, con le scarpe nuove e un vestitino nero che adoro. Invidio la sua capacità di stare bene con qualunque cosa addosso. Io, se non litigo ogni volta con l’armadio non sono contenta.
“Diciamo, abbastanza ok. La tua?”. Rispondere con ‘abbastanza ok’, per me è sinonimo di avere qualcosa che mi passa per la testa, ma spero che Michela non se ne accorga. Faccio mentalmente gli scongiuri, ma non serve. “Sembri… nervosa. C’è qualcosa che non va?”.
Ecco. In certi casi, rispondere con una bugia è qualcosa che mi scoccia da morire. Ma, anche rispondere con una mezza verità non è detta che mi salvi dal confessare tutto. “No… tutto ok. Solo… è che…”. Nemmeno una bambina di fronte alla maestra, al suo primo giorno d’asilo, avrebbe preso tanto a balbettare come me in quel momento. Alla fine, cerco di liquidare la conversazione con un: “Ti spiegherò, ok? Adesso, non mi va di parlane”.
Il bello di Michela, ragion per cui mi trovo anche tanto bene insieme a lei, è che non è insistente. Insieme, ci limitiamo ad allungare il passo e a raggiungere le altre.
Avevo ragione a credere che uscire senza una delle solite felpe caldissime avrebbe significato ritrovarsi presto come un ghiacciolo, ma i pensieri sono altrove e anche se già da qualche metro non sento più i piedi dentro alle scarpe e sono ormai prossima a perdere anche la sensibilità delle mani, non mi importa del freddo.
In fretta raggiungiamo l’ingresso del locale e in fretta ci infiliamo dentro. Pensare di trovare un tavolo libero in uno dei ‘venerdì a tema’ è praticamente utopia. Ma, non c’è verso di provare a spostarci da un’altra parte. Perciò, rimaniamo lì in piedi fino a che qualcuno non decide di averne abbastanza per quella sera di musica altissima, birra, patatine fritte e facce di gente annoiata ovunque si giri lo sguardo. Seriamente… non fosse per il via vai dei camerieri, perfetti equilibristi con i vassoi in mano stracolmi di bicchieri, e per il Dj all’angolo che ho il dubbio ce la stia mettendo tutta per farci saltare i timpani, non sembrerebbe nemmeno di trovarsi dentro a un luogo di aggregazione. Guardo a destra e una coppia nemmeno si guarda in faccia. Lui smanetta con il cellulare e lei sembra molto impegnata a esaminare la tenuta dello smalto viola sopra alle unghie. A sinistra, tre amici sorseggiano birra. Uno guarda alla propria destra, uno è concentrato sullo schermo della tv che sta passando le immagini di serate già trascorse e uno è concentrato sul menù, anche se ho la sensazione che non sia per l’intenzione di ordinare qualcos’altro. Di fronte a me… il top del top. Uno sbadiglio gigantesco mi fa temere non solo per il detto che lo vuole essere un gesto contagioso, ma anche per il fatto che se la bocca di quel ragazzo sulla trentina continuerà ad allargarsi, potrebbe ingoiarci tutti e farne un sol boccone.
Ok. Magari, se mi giro e torno a guardare in direzione della porta chi entra avrà un sorriso grandissimo stampato in faccia e un’allegria più contagiosa di qualsiasi altra cosa possa esserlo al mondo.
Niente da fare. La ragazza che oltrepassa l’ingresso nel esatto istante in cui mi ritrovo a fissare la vetrata della porta è sola e ha un’espressione talmente tanto cupa in volto che per un istante penso non sarebbe una cattiva idea raggiungerla e chiederle se vuole aggregarsi a noi.
Ci penso su una volta o due, prima di abbandonare del tutto l’idea e di decidere che è meglio non buttarsi in imprese assurde. Magari, semplicemente non è serata per molti… come non lo è per me.
“Franci, sei con noi?”. Distolgo i pensieri quel tanto che basta per accorgermi che Michela, Sara e Giulia mi stanno guardando. Annuisco. “Sì, certo… sto solo… aspetto di poter ordinare”.
“Ah… a proposito di ordinare, ti andrebbe di dividerci un piatto di patatine? O preferisci una fetta di torta al cioccolato?”. In altre situazioni  non avrei esitato, ma ho lo stomaco completamente chiuso.
“Pronte? Avete deciso o ripasso?”. Rispondo a Giulia, rispondendo al cameriere: “Per me solo una Coca piccola, grazie”.
Anche bere non mi sembra una buona idea. Ma, cominciare a vivere di sola aria forse lo sarebbe ancora di meno.
Lascio che la musica altissima mi stordisca, cerco di non soffermarmi sulle parole di una canzone dei Gemelli Diversi e aspetto, senza aspettare in realtà, di ritrovarmi con il bicchiere fra le mani. Dopo che il cameriere ha finito di appoggiare sopra il tavolo il nostro ordine, lascia anche una manciata di stelline argentate e una candela, che pare contribuiscano a creare l’atmosfera.
“Sì, mi piacciono proprio queste serate a tema. C’è più gente del solito e in generale è tutto più bello”. Sara ha la solita espressione sorridente, che solo quel locale sembra saperle regalare. Io… mah! A me non dispiace tutto quello che mi circonda, ma nemmeno faccio i salti di gioia. A tratti continuo a pensare che potrei incontrarti, ma sono molte di più le volte in cui mi ritrovo a credere che non accadrà. Mi sono anche seduta al tavolo riservandomi il posto che dà le spalle alla porta, così almeno evito di aggiungere ai pensieri il rimanere incollata con gli occhi all'ingresso, nella speranza di vederti entrare con gli amici.
Bevo un sorso dal mio bicchiere e subito dopo un altro. No. La paura di stare male è qualcosa che non si annienta così, così. Il Dj passa qualche vecchio successo musicale. Provo a ballare un po’, ammesso che muovere appena le spalle e battere il tempo con i piedi possa considerarsi qualcosa del genere.
“Pensi che potremmo uscire anche domani, o sei impegnata?”. Il sabato è sempre più un’incognita, avendo ognuno i propri interessi e i propri impegni, ma per questa settimana non ho nulla in programma, perciò annuisco.
“Franci… e dai! Si può sapere…”. Niente, è più forte di me. continuo a concentrarmi sui miei timori e tutto ciò che continuo a vedere sono i volti delle persone che, come me, sembrano fuori posto in quel luogo. Le dita sopra il tavolo si muovono senza che io mi accorga veramente di comandarle. Gioco con le stelle. O… sono le stelle che giocano con me? Per come stanno le cose, propenderei di più per la seconda. Mi sfugge un sorriso. È assurdo, letteralmente assurdo ritrovarsi in quel modo. Sorrido. Continuo a sorridere e mi lascio prendere per pazza, mentre mi accorgo che… con le stelle ho scritto il tuo nome! 

Cit. Post n.2

Secondo Post per la categoria "Cit.". 
Questa canzone ha lasciato un segno nel cuore molto, molto tempo fa... è brutto vedere come ancora oggi si fatichi tanto a vivere in un mondo migliore, ma... 

giovedì 24 gennaio 2013

Sotto l'Albero... una sorpresa speciale!!!

Ecco! Quando ho aperto il Blog, l'intenzione era quella di aggiornare con un racconto. Ma... poi succede che  ti ritrovi immersa tra le chiacchiere di Facebook, pure essendo già concentrata su una ricerca Google, e... un enorme sorriso (insieme alle dita che tremano sui tasti!) è tutto ciò che rimane ed è tutto ciò che spazza via l'intento iniziale dell'aggiornamento Post...
Anche se vorrei dilungarmi e raccontare tanto del perché di tanta Gioia... stasera non penso di farcela. Sento solo in ronzio dei pensieri che balzano rapidi dai ricordi al presente, dai ricordi al presente e  ancora una volta e una ancora... dai ricordi al presente! Allora, non mi resta che lasciare spazio a una fotografia...


(la foto è tratta da Facebook... Francesco scrive: Me lo sono mangiato in pochissimo tempo.... Ordinatelo anche voi... c'è una bella sorpresa dentro... ;))

Poi, vi racconterò di un'idea che all'inizio mi è sembrata un po' 'folle', di un incontro con una persona speciale e simpaticissima e di come, quando meno te lo aspetti, un normalissimo giovedì sera può trasformarsi in un momento da mettere nella cassaforte del cuore e custodire gelosamente, insieme ai ricordi più preziosi!
  Grazie infinite, Francesco! ;-)
Auguro a tutti una piacevole serata... Ora, provo ad arrivare fino all'ultimo punto del racconto... Abbraccio tutti!!! A presto.

martedì 22 gennaio 2013

Pensieri un po' amari...

Ventiduesimo giorno dell'anno. Non lo so... per la prima volta in questo 2013 mi ritrovo in lotta con quella parte di me che vive di profondo scetticismo per tutto ciò che la circonda. Probabilmente, potrà apparire strano che sia proprio io - l'eterna, solare ottimista - a scrivere queste cose, eppure...
Se cerco con la mente un qualsiasi 'qualcosa' che mi riguardi, stasera non c'è verso di salvare niente da una buona dose di critica e di super polemica.
Mi chiedo se valga sempre e comunque la pena vedere il bicchiere mezzo pieno. Visto e considerato che anche la vita di chi lo osserva in 'modalità' mezzo vuoto va comunque avanti e, almeno per ciò che si percepisce dall'esterno, nemmeno troppo male... perché continuare imperterriti a scervellarsi tanto, nella continua ricerca di ragioni positive? Comincio a essere del parere che esistano situazioni in cui vedere nero sia un qualcosa di imprescindibile. Quello che è il guaio (meglio, l'infinita ragione di amarezza) è che quasi mai mi ritrovo a pensarla così quando si tratta di ragionare su questioni pratiche, mentre quasi sempre finisco per ragionarci quando si tratta di analizzare i cosiddetti "rapporti umani". Credetemi pure (e, magari, subito dopo aver letto queste successive poche parole ne riderete... pensando che io abbia scoperto l'acqua calda!) sono sempre più rari i rapporti che meritano la dignità di un simile appellativo. Umano. Umano... 
Per la mia esperienza (che giudico essere anche troppa, per i miei soli - e in questo caso particolare mi soffermo a sottolineare... soli - ventisette anni), non c'è rapporto (salvando poche eccezioni, che per fortuna ancora esistono!) che in qualche modo non celi in sé una fregatura... allora, anche se ce la si mette tutta per fare buon viso a cattivo gioco, può succedere che si arrivi a un ventiduesimo giorno di un nuovo anno e ci si ritrovi... stanchi. Non mi è mai sembrato di chiedere molto alle persone che mi circondano, eppure... alcune di loro si comportano nei miei confronti come se tenere un atteggiamento rispettoso e lontano da ogni tentativo di ferire sia la cosa più difficile sulla faccia di questa terra.
Ecco... scendere in particolari mi risulta difficile. Perché a volte, ancora, è la mente stessa che si rifiuta di ragionare su qualcosa che ha visto attraverso gli occhi e che ha percepito mediante il resto del corpo e che... le appare totalmente inspiegabile. Cosa c'è di difficile nel detto: Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te? Perché esistono persone, su questo pianeta a volte insulso, che riescono benissimo a recitare la parte di vittima, mentre sono loro stessi carnefici? I ragionamenti più assurdi, le logiche più illogiche... possibile che ciò che dovrebbe essere considerato giusto e sensato, venga gettato via nell'immondezzaio, per dare largo spazio a bugie, commedie e... chi più ne ha, più ne metta. Mah... sono scettica. E quello che è peggio, se proprio devo essere sincera, è sentirmi dentro e scoprire che... lo scetticismo sta portando al distacco. Il distacco, a volte, conduce al disincanto. Non ho mai creduto che avrei vissuto per tutta la vita in un mondo pieno zeppo di "C'era una volta..." e "Vissero per sempre...", ma... sentire la necessita di corazzarmi ogni giorno per affrontare ciò che non dovrebbe neppure esistere è una fatica incalcolabile. Riconosco nella vita quotidiana situazioni che mi feriscono a morte e che, in tempi ormai remoti, mi avrebbero gettato in uno scompiglio totale fatto di lacrime. Eppure... gli occhi rimangono asciutti, pur continuando a vedere e sentire. Il cuore continua a negare anche la più minuscola possibilità che possano veramente partire da "umani" atteggiamenti sgradevoli e sconcertanti... eppure... ognuno pensa a sé, nessuno pensa agli altri. E se capita a te di ferire anche solo una mezza volta, la catastrofe e una voragine di inculcati sensi di colpa è tutto ciò che ti aspetta... mentre nessuno, guardandoti, si chiede mai... cosa ho fatto? Ho trattato questa persona nel modo in cui io vorrei essere trattato? E allora scopri che... anche 'mettersi nei panni di...' è qualcosa che ormai non usa più.
Mi scuso per lo sfogo... stasera va così, ma... chissà, anche parlarne può avere un suo senso. Buona notte. e speriamo che domani torni a splendere il sole. :-)

sabato 19 gennaio 2013

Spero di non essermi sbagliata ad aprire…


Non so se ho fatto bene, ma sentivo di non poter più fare altrimenti. Non so se sarà ciò che spero, ma anche non lo fosse… almeno, saprò guardare avanti senza rimpianti. Non so se ne avrai riso o ne starai ancora ridendo con gli amici, ma non ti credo quel tipo di persona e spero di non essermi sbagliata. Non so se hai paura, ma in questo caso… non saprei darti torto, perché io ne ho molta più di te. Non so…  non so…  non so…  So di non sapere molte cose. So che non me l’aspettavo. So che sto cercando di muovermi, per cercare delle risposte. So che la vita può essere crudele, che lo è stata in passato e che potrebbe esserlo ancora. Spero non lo sia in questo caso. In questo caso, no. Spero di riuscire ad alzare lo sguardo verso i tuoi occhi, un giorno, e sentire dentro tutta la felicità del mondo per il semplice fatto di esserci riuscita. E sentire dentro tutto il calore del tuo sguardo, che ricambia il mio (lo spero).  E sentire dentro che… non sempre abbandonare lo scudo di mille e più paure è un male. A volte sì, ma non sempre. E sentire dentro che… nonostante le delusioni, nonostante le ferite ricevute, ci può essere ancora spazio per la Felicità. Che la Felicità non arriva mai, quando si pensa di essere pronti a riceverla. È sempre un’ospite inattesa. La Felicità arriva senza avvisare. Bussa alla porta del cuore e non  si scoraggia se nessuno apre al primo tentativo. Bussa ancora, ancora e ancora. Certo, non è disposta a rimanersene in eterno in piedi sopra allo zerbino, dove in teoria si legge un “Benvenuti” di incoraggiamento. Allora, ho deciso di aprire la porta prima che la Felicità decidesse di andarsene. “Sorpresa!”. Solo questo mi ha detto, sorridendo di fronte alla mia espressione smarrita. Pensavo non avrei mai più ricevuto visite di questo genere, nel cuore. Mi sono sbagliata. Ma, spero di non essermi sbagliata ad aprire…

giovedì 17 gennaio 2013

Cit. Post n.1

Ecco un'altra novità del Blog... perché non fare come in "altri Social"?!? Così... l'idea dei "Post Citazioni"!!!
Il più delle volte adoro parti di canzoni... prima mi lascio sedurre totalmente dalle parole. Poi... amare alla follia anche la canzone, viene da sé. Che ne dite di questa?

...E nutro un dubbio 
non sarà mai mai mai inutile 
ascoltarne l'eco...


...Bruciando ricordi 
Ed essendo sincero Rimango presente 
Ma non sono come ero... 



...Ricorda, sei meglio di ogni giorno triste, dell'amarezza, di ogni lacrima, della guerra con la tristezza...



(basta un click... ascoltami!)

C'è un work in progress che non vede l'ora di apparire da queste parti... spero nel fine settimana! Intanto, auguro a tutti una buona serata... qui è freddissimo, ma... la neve non c'è ancora. Chissà... Alla prossima ;-)

sabato 12 gennaio 2013

Trentatré note & un Viaggio imprevedibile...

Eccomi! Comincia con questo Post una delle nuove "avventure" (eh... sì, ne sto ipotizzando più di una!) de:
"Il  Rumore dei Tasti...". 
Di tutto ciò che si può dire di una persona che ama scrivere, almeno una cosa è (lo deve essere per forza!) vera... adora (al di sopra di qualunque altro modo di trascorrere il tempo) anche leggere! Perciò... perché non arricchire queste pagine, già condite di tanto in tanto con racconti e riflessioni personali, con dei Post dedicati alla lettura e a piccoli consigli "per gli acquisti"? Ovviamente... non essendo una professionista del settore, sappiate sin d'ora che farò riferimento ai soli gusti personali. Certo, non disdegno consigli o proposte di vario genere, ma... tutto ciò che per il momento conta è divertirmi a condividere via etere anche un'altra bellissima passione. Allora... pronti?!? Partenza e... via, direi!
Immagino non vi stupirà affatto (specie se in questi giorni siete bazzicati da queste parti) scoprire che la sezione "consigli di lettura" (a cui credo che aggiungerò sin da subito l'etichetta-categoria: "vivamente consigliati da me") si apre con il meraviglioso mondo fatto di versi e immagini della nostra Simo (dico nostra perché Simo è una persona talmente simpatica, semplice e solare che sa farsi volere bene dal mondo intero... un'artista eclettica, come tutti gli Artisti dovrebbero essere)!!!
Le sue "Trentatré note di Poesia" sono un incanto per il Cuore e per gli occhi (giacché la maggior parte delle liriche presenti all'interno di questa sua primissima raccolta 2012 è corredata da immagini che la stessa Simo cattura nel mondo, con una bravura e una sensibilità difficilmente eguagliabili)... ho apprezzato talmente tanto il dono (Grazie, grazie, grazie!) che l'ho immortalato insieme ad un tentativo di segnalibro-creazione (adoro il rame, ma... sono ancora lontana dal risultato desiderato)... 


Ad ogni modo... 
E' stato emozionante trovare questo pacco inaspettato e ritrovare, sulle prime pagine, la dedica...
Una persona conosciuta da poco tramite il Blog, mi ha detto che una dedica su un libro è qualcosa di speciale che, in un certo modo, lo fa nostro ancora di più... concordo in pieno :-)


E, venendo alle poesie che - una a una - ho adorato e riletto più e più volte, le mie emozioni si sono soffermate in particolare su due liriche che - buffo, a dirsi! - sono state posizionate l'una di fianco all'altra. Ho scattato una foto anche alle pagine aperte, ma... mi piace comunque riportare i testi all'interno del Blog.



VORREI

Vorrei essere
una stella lucente
che vive la passione
di un tramonto infinito.

Vorrei che il buio
lasciasse spiragli di luce
laddove il male soffoca il bene
e l'invidia acceca l'armonia del cuore.

Vorrei che i dolori
si trasformino in gioie 
ed i pianti in sorrisi
mentre ogni giorno, ogni ora
tutto svanisce e poi torna
mentre io vorrei
...quante cose vorrei.

RESPIRO

Quando la tristezza mi assale, 
esco in giardino
per non lasciarmi
imprigionare...
e tutto ritorna a pulsare
nelle viscere dell'anima.

(Poesie di Simona Scola tratte dalla sua prima Raccolta: "Trentatré Note di Poesia").

Accanto ai massimi elogi per questa amica speciale (che ha persino accettato collaborazioni spontanee con la sottoscritta... evviva, sono al colmo della felicità!) in conclusione di Post vi mostro che cosa c'è ora sul mio comodino...


L'acquisto di questo libro è successo nell'esatta maniera che adoro. Nessun passaparola, nessuna recensione letta (anche se vado sempre in cerca di consigli per le mie letture, il periodo delle feste mi ha tenuta un pò più lontano da riviste e Pc, per le mie ricerche!), solo... il semplice incontrarsi in libreria e il decidere - subito dopo - che non si poteva perdere l'occasione per conoscersi meglio. Non so ancora come andrà a finire la storia... per questo, rimando ad un successivo Post una recensione più completa (sperando di cavarmela!) ma... quello che ho letto finora mi "rapisce". Ogni volta che sono immersa tra le pagine di questo libro, vorrei che il tempo si fermasse e giocasse completamente a mio favore... per non interrompere mai la lettura, fino all'ultimo punto. Ovviamente... non è possibile. Ma... per chi, come me, ha l'abitudine di vedere il bicchiere mezzo pieno, trovo che il fatto che la vita richiami spesso all'ordine e non consenta che briciole di giornata per gli svaghi che ognuno di noi, in un modo o nell'altro, ha... sia qualcosa di positivo, in termini di lettura. Così, ciò che si vorrebbe arrivare a conoscere fino alla fine in un batter d'occhi... in realtà riesce a tenerci molta più compagnia e a regalarci molti più momenti di puro piacere.
Auguro a tutti un tranquillo e sereno fine settimana... spero di ricapitare presto con un racconto che già sta frullando per la testa, ma... chissà...
Intanto, chiudo con una bellissima "Foto di Gruppo" per questo bellissimo (per me è così!), primissimo Post della categoria! A presto.



PS: Una foto anche accanto il computer... amico inseparabile e indispensabile in questo "Mondo di Parole" e non solo in questo... ;-)



giovedì 10 gennaio 2013

Gioia, Gioia, Gioia!!! Un altro Post per "Sotto l'Albero..."

Quando l'Amore...
Valzer di emozioni: Quando l'amore...
Che sorpresa meravigliosa passare dalle parti di Simo  e trovare un Post che vede insieme uno stralcio di un racconto tratto da "Sotto l'Albero..." e una sua bellissima fotografia...


Che ve ne pare? Non è da rimanere senza fiato? Tra l'altro... io adoro le rose!!! E... queste, le parole che l'hanno ispirata...


25 dicembre 2011 - L'AMORE PER SEMPRE

Blu o nero.
Nonostante fossero due dei suoi colori preferiti, Andrea - in piedi davanti al guardaroba aperto - proprio non sapeva cosa scegliere.

.......Infilando i piedi con decisione, Andre sperò che quei jeans gli andassero ancora. Come sperò che Anna se ne ricordasse.

.....Attimi di puro paradiso. Fino a che Andrea trovò finalmente il coraggio di arrivare al perché, di quello speciale appuntamento natalizio.
"Lo so che non ne abbiamo mai parlato finora, ma...".
Lo disse guardandola negli occhi. Continuando a tenerle le mani che, tra le sue più grandi, avevano appena preso a tremare.
Fissandola, mentre stava cercando di non scoppiare a piangere, Andrea mosse appena le labbra per sussurrare un: "Ti amo". Avrebbe voluto avere con sé i bicchieri e lo champagne.

.....Andrea e Anna. Anna e Andrea. L'amore per sempre.

Stralci  di un racconto
tratto da SOTTO L'ALBERO
di Elisa Vagnarelli.



Come se non bastasse, a riempirmi ancora di più il cuore di Gioia, sono arrivati sotto i miei occhi i commenti dei suoi amici!!! Non ho potuto fare a meno di appuntarne qualcuno qui, ma... tutti rimarranno sempre, sempre, sempre tra i miei ricordi più preziosi!!! :-)

·         Bellissimi click accompagnati da splendidi versi!!!

·         Due foto bellissime e parole perfette! Evviva l'amore oggi domani sempre!!!

·         Ciao cara bellissimo il racconto, l'amore è amore vero?

·         Ciao Simo! Foto giuste e bellissime ...come sempre, versi e stralci di lettura che danno l'idea di quel che l'animo umano ha dentro di se!

·         Ah l'amore, questo dolce sentimento che....
Meraviglioso racconto, fa palpitare il cuore di passione!

Le tue foto sono un incanto Simo!
un abbraccio

·         Ciao Simo, foto stupende, stralci di un racconto meraviglioso.

·         Ricordo che da ragazzina, mentre ridevo di una frase che allora mi sembrava troppo sdolcinata, mio nonno riprendendomi dolcemente mi disse: l'amore è la cosa più importante! Lo disse con tanta convinzione che ancora oggi serbo il ricordo di questo attimo... questo testo mi ha fatto ripensare a lui e le immagini sono davvero stupende!

·         Anche attraverso le parole di un racconto riusciamo a provare sentimenti forti come l'amore e le tue immagini ci aiutano a creare l'atmosfera giusta per apprezzarle.


Un Grazie grandissimo (gigante!) a Simo e a tutti... Tra l'altro, da oggi Il Rumore dei Tasti... ospita due nuovi "lettori"... un grandissimo Benvenuto al Dottor C e a Roberto! Buona serata a tutti, a presto!!! Spero di ritrovarvi con lo stesso entusiasmo... ogni vostro commento sarà sempre graditissimo!!!
PS: Per Simo... Che ne dici della proposta di una collaborazione? Tengo le dita incrociate e spero in un sì... bacioni!!!

martedì 8 gennaio 2013

Mamma mia... che Gioia!!!

Mamma mia... l'emozione batte qualunque cosa!
Batte il tempo, che è tornato a essere poco. Batte il cuore, che a stento riesce a tenere il ritmo della felicità. Batte... batte i pensieri che, pure davanti il computer con l'intento di realizzare un Post degno di tanta gioia, non è detto che riescano a tenere il passo con le dita sui tasti e che riescano a essere... pensieri significativi. Che posso dire, nel tentativo di dissimulare tanto caos? Spero di riuscire a ringraziare degnamente (a continuare a ringraziare e spero che questa fase dei ringraziamenti duri il più a lungo possibile!) tutti coloro che in questi giorni continuano a parlami (e a parlare!) in maniera tanto, tanto, tanto positiva di: "Sotto l'Albero...". Conto di parlarvene un po' alla volta. Perciò, questa sera voglio ringraziare immensamente Simo, per il grandissimo entusiasmo dedicato al libro...
Questa è la bellissima foto del suo Post...


Con Simona ne abbiamo già parlato e sono felicissima di annunciare che - con l'anno nuovo - Il Rumore dei Tasti si arricchisce di contenuti... Che ne dite? Spero che l'idea vi piaccia...:-)
Insomma, spero che le novità possano essere un modo speciale per condividere - oltre che la passione per le parole da mettere su carta - quella per le parole messe su carta... da altri! Io adoro, amo più di ogni altra cosa... leggere. E non sto più praticamente nella pelle, al pensiero del primissimo Post inaugurale, che parlerà proprio di... Trentatré note di Poesia.


Esatto! La prima raccolta di testi poetici di Simona Scola... che, con la sua bravura in versi, sa regalare attimi... momenti indimenticabili! Ma... non voglio annunciare di più e conservo gelosamente per il primo Post inaugurale la fotografia del bellissimo regalo che Simona mi ha inviato.
Vi lascio ancora un po' con la curiosità (che potrete tenere a bada girovagando tra i Post del suo bellissimo Valzer di Emozioni). Ma... torno presto! Buona serata a tutti!!!

sabato 5 gennaio 2013

Cronache delle "avventure" di una neo Nordic Walker!


La sveglia alle sette e mezza mi ricorda che, anche se è sabato, non posso dormire. Anzi, per tutte le cose che ho in mente di fare, prima di uscire di casa, è proprio l’ora di tirar via le coperte, di permettere al freddo della stanza di abbracciarmi con una stretta tutt’altro che piacevole e di… scendere in fretta in cucina per una tazzina di caffè che spero riesca nel suo dovere di svegliarmi.
Salgo di nuovo in fretta le scale e raggiungo di corsa il bagno. Quando in casa si è in quattro a dividere lo stesso bagno, trovarlo libero, tranquillo e tutto per sé per un lasso di tempo che  può andare dai quindici ai trenta minuti è un privilegio per cui si è disposti a fare di tutto, pur di accaparrarselo.
Cerco di non soffermarmi troppo sull’immagine che lo specchio mi rimanda. So per certo di avere i capelli sistemati nella stessa maniera in cui li sistemerebbe l’inserire le dita nella presa della corrente e il lasciarsi ‘pettinare’ da una scarica di 220 Volt. Spendo cinque minuti con lo spazzolino da denti in mano, altri cinque nella ricerca dello shampoo giusto (il bordo della vasca, tra bocce e boccette, è ridotto alla stregua di uno scaffale del supermercato) e, poggiato un asciugamano sopra il termosifone perché si riscaldi un po’, cerco di sbrigarmi nel lavare i capelli. Lavarli sapendo di doverli rilavare comunque più tardi è un’idea che non mi fa fare i salti di gioia, ma… quando non si può fare diversamente… perlomeno, non dovrò impazzire con la spazzola in mano; l’enorme vantaggio di avere i capelli corti.
Quando il rumore del phon acceso è tutto ciò che mi riempie le orecchie, la casa comincia ad animarsi.
Buongiorno. Saluto mia sorella con un labiale un po’ incerto e annuisco appena, rispondendo al suo: “Sei pronta?”. Pronta non è proprio ciò che penso di essere al momento, ma cercherò di esserlo in meno di dieci minuti.
“Gli altri ci aspettano alle dieci, dobbiamo sbrigarci”. Infilo in fretta la tuta, indosso le scarpe da ginnastica e scendo di sotto per la seconda volta. Vorrei tornare indietro e rimettermi a letto, ma non si può. Usciamo di casa senza badare al vento freddo e alla nebbia che non è tanto fitta da non vedere a un palmo dal naso, ma è comunque poco piacevole da avere intorno e addosso. “Di questi passi, saremo zuppi ancor prima di riuscire ad arrivare in fondo alla strada”. Cerco di ignorare l’appunto di mia sorella su quel sabato mattina tutt’altro che soleggiato. Vorrei tornarmene a letto… Vorrei…
“Ben arrivati! Pronti per un’altra bella passeggiata?”. Gli altri annuiscono. Io, che mi sento piuttosto incerta, preferisco non rispondere. Non che camminare all’aria aperta non mi piaccia, ma… non è mai rientrato tra i miei modi preferiti (in assoluto!) di passare il tempo. E, anche se conto di invertire la rotta delle mie abitudini, non mi risulta comunque facile convivere con una nuova immagine di me che, invece della penna in mano, ha… ha…
Ecco! Nota dolente (per me, si intende!) dell’intera questione… si fosse trattato di una semplice passeggiata su per un percorso di montagna, avrei potuto anche sentirmi all’altezza (fiatone a parte). Ma… no! Il Nordic Walking (o camminata nordica) vuol dire camminare sfruttando le potenzialità dell’intero corpo che, tradotto appositamente per me, varrebbe a dire: disastro!
Io riesco a inciampare sui miei piedi anche con i laccetti delle scarpe perfettamente allacciati e nonostante passi tutto il tempo, camminando, a guardare in basso nel tentativo di evitare ostacoli inesistenti per gli altri, ma seriamente pericolosi per me. Figurarsi cosa può voler dire per me l’imparare a camminare con i piedi senza strofinarli costantemente a terra, ma ponendo attenzione al giusto coordinamento di punta-tacco (tallone), farlo evitando di guardare in basso, ma con sguardo fiero in avanti e… con l’uso di due ‘bastoncini’ che ricordano molto quelli del trekking (ma, che non lo sono) e che, almeno in teoria, dovrebbero essere lo strumento giusto per far sì che, camminando, anche la parte alta del corpo (braccia, schiena, pettorali, ecc…) faccia la propria parte nel movimento, così da ridurre la fatica ed aumentare il risultato in termini di consumo d’energia. Ecco… immaginate me alle prese con arnesi del genere… me, che persino la prima volta al ristorante cinese ho dovuto chiedere di avere una forchetta, incapace di utilizzare i bastoncini… i primi passi mossi a “quattro zampe”, sono stata seriamente tentata di buttare tutto all’aria e di darmi alla macchia. Fortuna che avevo già avvisato della mia scarsa propensione per le attività sportive, altrimenti…
Non so quante volte ho rischiato di cadere inciampando non più nelle scarpe, ma nei bastoncini. Ho sfiorato l’esaurimento nervoso, scoprendomi a camminare con un movimento parallelo di braccia e gambe (non alternato, come il Nordic Walking richiede!) e, per finire, il rumore (soprattutto lo strisciare indesiderato) dei miei bastoncini è stato a tratti talmente tanto insopportabile, che sono sicura non mi sarebbe costato alcuno sforzo lo spezzarli in due e… chi si è visto, si è visto.
Oh! Allora… rimanere in silenzio alla domanda: “Sei pronta?”, mi pare il minimo indispensabile. Partiamo dopo un adeguato riscaldamento. Posso tornarmene a dormire?
No. Mi costringo a mandare un piede avanti all’altro e con mio orrore scopro che le cose vanno anche peggio, rispetto al mio ultimo tête-à-tête con i bastoncini. Ma… com’é possibile che questi ‘cosi’ non rispondano più ai miei movimenti. Il rumore della punta che striscia al suolo torna a torturarmi le orecchie. Ok! Altri dieci (via, facciamo venti…) passi così e giuro che giro sui tacchi e me ne torno a casa. C’è un libro lasciato a metà che mi sta aspettando e sono sicura che, anche quando mi stancherò di leggere, potrei sempre ripiegare su tv e divano. Mi sembra un ottimo programma.
Sì! In teoria. In pratica, mi limito a seguire la massa su per la strada che, a ogni passo, si fa sempre più difficile e sempre più da fiatone. Spero che nessuno faccia troppo caso alla mia totale incompetenza… se non posso risultare una tranquilla Nordic Walker, almeno sarebbe cosa gradita non fare figuracce colossali.
Destro… destro… destro… cerco di chiamare il movimento, perché pare che aiuti. Ma, niente.
A tratti inciampo, in altri attimi mi sento costretta a staccare i bastoncini da terra e quando mi decido finalmente per la prima pausa di quella che considero a tutti gli effetti una maratona, mi sento talmente tanto spossata che la testa si libera in un istante di tutti i pensieri e tutto ciò che rimane è la speranza di arrivare viva alla fine del percorso. Per fortuna, mi va bene.
Camminiamo per un totale di otto chilometri circa e, al ritorno, l’andatura e la tecnica sono molto più semplici da tenere sotto controllo. Provo a rilassarmi, ma… la parte tesa di me è sempre in agguato e pronta a prevaricare sull’altra. Allora, tiro fuori la macchina fotografica dallo zainetto. Avevo quasi dimenticato di averla portata con me. Cerco di non rimanere troppo indietro, ma la bellezza del posto mi cattura completamente e, prima ancora che io possa rendermene conto, ho preso a ‘scattare’ come una matta. Un click, un altro e ancora un altro. 






Quando raggiungo gli altri per una foto ricordo della mattinata, si stavano già chiedendo dove fossi finita… accidenti a me! Ma… che posso farci se non riesco a non immortalare tutto ciò che mi circonda, quando ne ho la possibilità. Magicamente, allora, ritrovo tutta la mia decisione (quella che, di solito, mi accompagna nelle questioni di tutti i giorni) per l’inizio di questa nuova (primissima, per quel che mi riguarda!) avventura sportiva. Non sono  una Nordic Walker provetta, ma sono ancora agli inizi e so che potrò migliorare, provandoci. Scatto un’altra foto ancora, già pensando a quante ne scatterò in futuro. Ne scatterò? Staremo a vedere. Indolenzita, ma un po’ più soddisfatta, torno a casa. Il pomeriggio di relax davanti al computer non me lo toglie proprio nessuno. A presto!

venerdì 4 gennaio 2013

Sotto l'Albero... un articolo su: "Il blog dei Libri"!

In questi giorni sono stati diversi i tentativi fatti, per far conoscere "Sotto l'Albero..." anche al di fuori delle 'mura cittadine' e per cercare di andare oltre a questo mondo virtuale (Il Rumore dei Tasti, insieme ad EstrosaMente, mi sta dando una gran mano, ma... spero riesca a crescere ancora)...
E quale tentativo migliore, se non quello di parlare del libro attraverso un Blog che parla di Libri? Senza aggiungere altro, riporto il link e l'articolo... 


Gubbio. In questo periodo di Festa è sicuramente una delle città italiane più magiche, da vivere. Le vie addobbate, le canzoni natalizie che riecheggiano tra le pareti del centro storico, provenienti da alto parlanti che, tra le pietre antiche della città, a tratti sembrano stare giocando a nascondino. Passare davanti alla porta della pasticceria, o a quella del forno poco sotto casa, è una tortura se si è vicini all’ora di pranzo. Ma, l’atmosfera ineguagliabile ripaga presto tutti i sensi e perdersi tra gioiosi o fantastici pensieri, diventa più facile del previsto.
L’orologio della torretta campanaria del palazzo dei Consoli rintocca l’ora. Il suono sempre nitido, se aiutato dal vento può arrivare lontano, lontano. Chi è del posto lo percepisce come dolce eco al battere del cuore, mentre l’orecchio del viandante si tende e – una volta capito che a ogni nuovo quarto d’ora l’incanto si ripete – si tende ancora e ancora e ancora. È piacevole passeggiare senza aver intorno l’eccessivo disturbo del traffico, soffermandosi qua e là a guardare le vetrine, immergendosi nei presepi viventi (o non) che animano le vie o, semplicemente, cercando di arrivare presto all’ora più magica in assoluto. Perché… chi si reca a Gubbio in tempo di Natale, non può non sapere che all’imbrunire le pendici del monte Ingino diventano oggetto di attenzione assoluta e la magia delle luci colorate da vita allo spettacolo che è l’Albero di Natale più Grande del Mondo. Per trentacinque giorni o giù di lì, a partire dal 7 dicembre di ogni anno, centinaia e centinaia di occhi possono godere della maestosità di una figura che, sin dalla prima volta nel 1981, è voluta essere e vuol essere ancora messaggio di Pace e di Speranza, di Amore verso il prossimo, di Amicizia e di Fratellanza. Allora, può capitare anche che – perdendosi in un tale incanto – una mente laboriosa e in cerca di parole possa provare a immaginare l’Albero come un grande filo conduttore.
Il bilancio personale di un periodo può dare il via a ragionamenti più ampi e invece di domandarsi solamente ‘Cosa ho vissuto in questi giorni di festa passati?’ ci si può ritrovare a chiedersi: ‘Chissà quante cose saranno successe, sotto le luci di questo Albero?’. Così, la vita di tutti i giorni torna alla ribalta. Perché, magia e spirito del Natale a parte, sono tante le cose che possono accadere in un periodo di festa. Alcune belle e importanti, altre meno. Alcune previste e attese, altre no. 7 dicembre 2011 – 10 gennaio 2012. Trentacinque giorni di incanto (per eugubini e non), trentacinque racconti di vita (eugubina e non)… a Gubbio, sotto alle luci dell’Albero di Natale più Grande del Mondo.
Dall’idea al libro sembra quasi il tempo di un batter d’occhi… sempre e comunque… Sotto l’Albero…
  • Autore: Elisa Vagnarelli
  • Editore: Mediavideo Edizioni
  • Anno: 2012
  • Pagine: 252
  • Formato: 17x24 cm, cucito a filo refe con colla laterale

Che ve ne pare? 
La speranza è quella di vedere presto il libro ospitato anche da altri Blog e... Beh! Qualora vi venga in mente di invitarci (il libro e io!) per una chiacchierata dalle vostre parti, non esitate a farvi avanti... ovviamente, Il Rumore dei Tasti sarà più che lieto di ricambiare l'invito. A presto e buon fine settimana a tutti!!! :-) 

mercoledì 2 gennaio 2013

Fin su la... Stella!

Immaginando il primo Post dell'anno, ho sempre pensato che avrei riservato "l'onore" a un racconto "fresco di penna"... Invece, giunta quasi al termine di questo secondo giorno di gennaio (il sonno, piano piano, mi sta vincendo e non nascondo di immaginarmi sempre più spesso sotto alle coperte calde...), eccomi di fronte al computer totalmente ipnotizzata dalla magia... della Stella! Anche dalle fotografie (pur non essendo abile con gli scatti), l'incanto è assoluto. Così... perchè non dedicare il primo Post dell'anno a tanta meraviglia? Certo che... sì! Ottima idea...
 



 
La mezz'ora più bella dell'intera giornata è stata proprio questa, passeggiando tra le luci dell'Albero fino alla Cometa luminosa! Durante il tragitto non è mancata anche la compagnia di un piccolo amico a quattro zampe... una nuovissima conoscenza! Ma... che ne dite se rimandiamo il particolare a un racconto? Auguro a tutti di trascorrere una serata magica. A presto con tante novità per Il Rumore dei Tasti. A proposito... che ve ne pare della nuova veste? Spero vi piaccia!